lunedì 5 marzo 2012

A pregare si impara pregando!

Quando camminiamo in montagna, non contiamo i passi che facciamo,ma il nostro incedere, seppur talvolta faticoso, lo viviamo come un susseguirsi di scorci panoramici, di paesaggi e di piccole e grandi sorprese che la natura ci rivela a mano a mano che procediamo. I nostri passi non sono più entità singole e distinte, ma  diventano un unico fluire, naturale e quasi inconscio. Certo che, se prendiamo una brutta storta, perdiamo la nostra capacità di camminare normalmente e ogni nostro passo è una fatica.
Così nel Rosario, se la nostra anima è poco allenata o zoppica un po’, distinguiamo e proviamo fatica per ogni singola “Ave Maria” ma, quando saremo più esercitati, riusciremo a gustarlo come un unico fluire. Se per allenarsi nel camminare occorre camminare tanto, così «a pregare si impara pregando».

1 commento:

  1. E' necessario avere buona volontà ed impegno, basterebbe 1% della nostra giornata per imparare a pregare, passo dopo passo. Abbiamo tempo per fare tante cose, molte di queste poco utili ma spesso non abbiamo un attimo, un'attenzione, un quarto d'ora, l'1% della nostra giornata per dialogare con Dio.

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